News,
In collaborazione con l’Università di Salerno, Novatest ha partecipato alle indagini archeologiche sulla Civita di Atripalda, Avellino, effettuando rilievi Georadar su drone e rilievi con drone LiDAR che hanno contribuito ad evidenziare i resti delle strutture riferibili all’antica città di Abellinum.
Gli scavi sono stati condotti dal Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno in convenzione e con il supporto della SABAP di Salerno e Avellino e il Comune di Atripalda. L’équipe di ricerca si è avvalsa della collaborazione del Dipartimento di Ingegneria Civile e del Dipartimento di Farmacia dell’IMAA-CNR di Tito Scalo (PZ), del Dipartimento di Bioscienze e Territorio dell’Università del Molise, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università del Sannio.
Riportiamo l’intervista che Alfonso Santoriello, professore associato di archeologia dei paesaggi e metodologia della ricerca archeologica all’Università di Salerno, ha rilasciato alla prestigiosa rivista “Archeo”.
“Lo scavo ha interessato l’area a ovest della domus. I due saggi, compresi in un’ampia area d’intervento (370 mq), che s’intende poi indagare in estensione, hanno messo in luce la prosecuzione verso ovest dell’asse stradale del decumano, la presenza di edifici sulla strada, e la parziale planimetria di un altro complesso costruttivo piú a nord, al limite con l’accentuarsi della pendenza di una vallecola. Il tratto stradale emerso ha orientamento est-ovest, con un’inversione della pendenza dopo l’innesto, sul lato meridionale, di un cardo nord-sud. Il tracciato del decumano, bordato da marciapiedi, era arricchito da elementi legati alla distribuzione delle acque. Contestuali alla fase di vita della strada sono i due edifici che si affacciano su di essa: un ambiente con soglia e pavimento in laterizi, a sud della strada, e due lacerti murari tra loro perpendicolari, a nord. Ancora piú a nord, all’interno del secondo saggio, è stata intercettata la porzione di un edificio articolato in almeno sei ambienti isorientati con il decumano e la domus.
I vani si dispongono lungo un muro est/ovest, individuato per oltre 8 m, secondo uno schema regolare, come lasciavano intuire le prospezioni geofisiche eseguite nell’area. Le tecniche costruttive utilizzate sono molteplici e tutte trovano confronti con quelle messe in opera nella domus e nelle tabernae. Questi, al momento, sono solo alcuni dei numerosi spunti di riflessione emersi dalle indagini: essi meritano un adeguato approfondimento di studio e verifiche che arriveranno dalle attività previste dal progetto. Intanto, appare evidente che la posizione dell’incrocio, la presenza di edifici sul decumano e nell’isolato a nord di esso, insieme alla concordanza di orientamento tra essi, la domus e le tabernae, sia un dato tra i piú significativi per la comprensione dell’impianto urbanistico. Ciò ha consentito di avanzare alcune considerazioni sull’assetto paleotopografico del sito, sulla conformazione dei lotti e sulla modularità della maglia urbana e, piú in generale, di configurare una preliminare ricostruzione del paesaggio urbano, che in questo punto doveva adeguarsi alla morfologia e alle pendenze del pianoro».
Compila il form con i tuoi dati specificando di cosa hai bisogno nella sezione Tipo di Richiesta. Il nostro team è a tua disposizione per trovare la migliore soluzione alle tue esigenze.